Il sito utilizza alcuni cookie tecnici necessari per il corretto funzionamento dello stesso nonché cookie statistici e di profilazione anche di terze parti. Se vuoi saperne di più consulta la cookie Policy cliccando su "usa solo i cookie necessari", la navigazione proseguirà in assenza di Cookie o altri strumenti di tracciamento diversi da quelli tecnici.
Secondo la ricerca e l’evidenza clinica parte della sofferenza emotiva e di problemi psicopatologici sono riconducibili ad un problema di non accettazione, alla difficoltà di abbandonare uno scopo compromesso o minacciato: si avverte una discrepanza tra stato desiderato, lo scopo, e la rappresentazione della realtà. La compromissione o la minaccia di uno scopo normalmente implicano tre possibili soluzioni: raggiungimento di uno scopo, ridefinizione di uno scopo se la compromissione o la minaccia sono parziali o non riguardano lo scopo principale, rinuncia dello scopo se si prende atto della compromissione o della minaccia e ci si regola di conseguenza. Nella sofferenza patologica, invece, si insiste nell'investimento su uno scopo non ottenibile. La persona insiste così nel ridurre questa differenza, nonostante la compromissione, arrivando ad un iperinvestimento, ed è questo che porta alla sofferenza. Gli scopi possono riguardare sia lo stato del mondo che gli stati interni, cioè la non accettazione di ciò che si sperimenta (Harris, 2019). E’ questo il problema maggiore: tanta parte della sofferenza emotiva è ascrivibile al fatto che la persona critica la propria sofferenza, sta male perché non accetta di star male. Accettare significa, invece, distinguere quanto è in proprio potere da quanto non lo è e disinvestire dagli scopi non ottenibili, investendo su quelli ottenibili.
L’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), sviluppata da S. Hayes alla fine degli anni ’60, è basata sull’idea che molte condotte poco adattive e disfunzionali sono prodotte da controproducenti tentativi di evitare o sopprimere stati interni. Il problema è proprio l’evitamento esperienziale. Tradizionalmente nella terapia cognitivo comportamentale (CBT) la cognizione è concettualizzata come la variabile che controlla le condotte umane ed i sintomi psicopatologici. Il cambiamento è concettualizzato come la modificazione della cognizione. La CBT di terza generazione critica questo assunto di base: pur riconoscendo il fatto che non si può prescindere dalla cognizione, il cambiamento può prodursi solo con la modificazione della funzione della cognizione. L’Acceptance and Commitment Therapy aiuta nel favorire stato mentale accettante operando in due direzioni: riducendo l’investimento sugli scopi che non sono ottenibili o che sono compromessi diminuendo i secondari e i cicli di auto-alimentazione e aiutando a distanziarsi dallo scenario temuto; promuovendo l’investimento sui valori e sugli scopi ottenibili. La strategia principale nella terapia è la promozione della flessibilità psicologica, non l’eliminazione dell’esperienza problematica: i sintomi non sono più il bersaglio della terapia. Per flessibilità, concetto chiave dell’ACT, si intende la capacità di essere in contatto con il momento presente, di generare varie risposte ad un problema, desistendo se è inefficace, ma anche di persistere in comportamenti orientati ai propri valori. L’accettazione viene contrapposta all’evitamento esperienziale. Nella pratica clinica equivale ad addestrare il paziente a stare dentro la sofferenza piuttosto che contrastarla. Le tecniche di defusione cognitiva mirano ad alterare le relazioni funzionali patogene tra pensieri e altri stati interni rinunciando a cambiarne la frequenza o la forma; mira ad indebolire l’impatto del significato letterale di un pensiero o di un ricordo. Lo scopo dunque non è la riduzione della frequenza o della forma di un pensiero, ma è la riduzione di credibilità del pensiero (ibidem). E’ una forma di decentramento intenzionale e consapevole. Gran parte del lavoro terapeutico è volto a vivere il Sé come contesto: e a puntare sui Valori, ovvero principi e stati verso cui tendere:, non oggetti o stati ottenibili, ma qualità delle cose o delle azioni. Importante è il contatto con il momento presente: la ruminazione è un’attitudine a vivere nel passato o nel futuro, piuttosto che vivere e reagire al qui ed ora. Lo scopo è che il paziente sia guidato da reali contingenze e dai suoi valori, piuttosto che da cognizioni apprese altrove che male si adattano alla situazione presente. La ricerca scientifica ha dimostrato come l’ACT sia una terapia che si dimostra efficace nel trattamento degli stati ansioso-depressivi, nel trattamento individuale e di gruppo in pazienti oncologici o con patologia cronica, rara e-o degenerativa. Bibliografia Bai, Z., Luo, S., Zhang, L., Wu, S., & Chi, I. (2020). Acceptance and commitment therapy (ACT) to reduce depression: A systematic review and meta-analysis. Journal of affective disorders, 260, 728-737. Barcaccia, B., Tenore, K., & Mancini, F. (2015). Early childhood experiences shaping vulnerability to Obsessive-Compulsive Disorder. Clinical Neuropsychiatry. Saliani, A. M., Barcaccia, B., & Mancini, F. (2010). Interpersonal vicious cycles in anxiety disorders. In Communication in cognitive behavioral therapy (pp. 149-183). New York, NY: Springer New York. Wang, J., & Fang, S. (2023). Effects of Internet-Based Acceptance and Commitment Therapy (IACT) on Adolescents: A Systematic Review and Meta-Analysis. International Journal of Mental Health Promotion, 25(4). Zaccari, V., D'Arienzo, M. C., Caiazzo, T., Magno, A., Amico, G., & Mancini, F. (2021). Narrative review of COVID-19 impact on obsessive-compulsive disorder in child, adolescent and adult clinical populations. Frontiers in psychiatry, 12, 575.
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
dott.ssa Vallillo psicoterapeuta articoli
Febbraio 2024
Contenuti e Riproduzione riservata sottoposti al diritto di citazione
Indice blog
Psicoterapia online, una riflessione su risorse e prospettive L’Accettance and Commitment Therapy Aspetti psicopatologici dell'Acromegalia Lo stress e il rischio di Burden del caregiver Il disturbo cognitivo minore di tipo afasico o amnesico La Fame d'Aria del caregiver familiare Burnout "bruciare fuori" Integrazione tra modelli in Psicoterapia Endocrinologia e Psicoterapia: aspetti neuro-cognitivi delle patologie ipotalamo-ipofisarie La degenza del bambino in ospedale Famiglia e malattia Siblings Day Il lutto simbolico nel familiare del paziente con patologia degenerativa L'Apprendimento Cooperativo e i gruppi nella scuola Rare pathologies: criticalities, possibility of interventios, and psychological aspects La sofferenza (nascosta) del Caregiver |